Sempre più spesso capita di sentir parlare di cosmeceutici soprattutto in relazione ad un cosmetico innovativo ed esclusivo. Ma cosa significa questo termine? Qual è la differenza rispetto ad un cosmetico normale?
Come facilmente intuibile, il termine cosmeceutico nasce dall’unione di due parole: cosmetico e farmaceutico.
Il termine è stato introdotto da Kligman negli Stati Uniti negli anni ’80 combinano i termini inglesi “cosmetics” and “pharmaceuticals” ed è utilizzato per quei prodotti che hanno un effetto positivo sulla pelle, ma non un effetto medico-terapeutico. Quindi la differenza rispetto ad un cosmetico “normale” è che i cosmeceutici sono cosmetici funzionali, il che permette di avvicinarsi alla concezione di farmaco. Il proliferare di prodotti cosmeceutici nasce da esigenze di marketing.
Ricerca e sviluppo dei cosmeceutici
Il numero di ingredienti che possono essere utilizzati per la formulazione di cosmeceutici è limitato solo dall’immaginazione del formulatore.
La capacità di questi ingredienti di migliorare il benessere della pelle, dipende dal modo in cui vengono formulati in creme, lozioni o altro. È importante che tali “ingredienti attivi”, siano trasportati sulla cute nella forma biologicamente più attiva, in modo da poter raggiungere il sito di destinazione in quantità sufficiente per esercitare un effetto e rilasciare correttamente gli ingredienti dal veicolo.
Possono essere sviluppati cosmeceutici per migliorare la luminosità della pelle, dare brillantezza ai capelli, ridurre la fragilità del capello, attenuare la comparsa di smagliature, ecc.
La fonte più comune di nuovi ingredienti cosmeceutici è il regno dei vegetali:
- Le piante sono ricche di antiossidanti endogeni poiché devono sopravvivere in un ambiente ricco di insulti (es. Raggi UV).
- Gli estratti vegetali sono solitamente considerati sicuri.
- È pensiero comune che le sostanze considerate sicure per il consumo orale, lo siano anche quando applicate a livello locale.
Questo pensiero ha portato ad un rinnovato interesse nei preparati a base di estratti vegetali, che costituiscono la base per la funzionalità in molti cosmeceutici. La ricerca di nuove piante, utilizzabili nel settore cosmetico, ha portato alla raccolta di fiori, semi, radici, foglie, ramoscelli, e bacche da piante in tutto il mondo
Normativa dei Cosmeceutici
A differenza dei farmaci, i cosmetici non possono vantare attività terapeutica, difatti la definizione prevede come destinazione d’uso le superfici esterne del corpo umano, denti e mucose della bocca e, come azione quello di pulire, profumare, modificare l’aspetto, proteggere, mantenere in buono stato o correggere gli odori corporei.
In Europa e negli Stati Uniti, i cosmeceutici sono venduti come cosmetici. In Giappone invece esiste una nuova categoria di “quasi-farmaci” che comprende queste formulazioni biologicamente attive.
Poiché i cosmeceutici intendono collocarsi ad un livello superiore rispetto ai classici cosmetici, è opportuno che i claims rivendicati dal marketing, siano inerenti alla classe di prodotto e siano supportati da test clinici validati per non incorrere in sanzioni, previste in Europa dal regolamento CE 655/2013
Ad esempio, possono vantare di migliorare l’aspetto delle rughe, ma non eliminare completamente le rughe. Migliorare l’aspetto è una rivendicazione estetica, mentre sbarazzarsi delle rughe è una rivendicazione funzionale. I cosmeceutici possono inoltre rendere la pelle più luminosa e uniformarne il colore, ma non possono trattare la pigmentazione cutanea anormale, infatti, un prodotto per la cura della pigmentazione anormale è da considerarsi un farmaco a tutti gli effetti.
Considerazioni conclusive
Indubbiamente i cosmeceutici rappresentano il futuro della cosmetica, non sono però da sottovalutare alcuni aspetti che andrebbero considerati. Non tutti gli estratti vegetali, infatti, sono utili alla pelle, molte piante ad esempio contengono metaboliti tossici, irritanti o allergeni.
Il marketing è sempre alla ricerca di nuove piante esotiche da poter vantare in etichetta. Tutto ciò, rende problematica la gestione della sostenibilità, in quanto un sovraccarico di richiesta di determinate piante comporta una serie di conseguenze: disboscamento, sfruttamento delle popolazioni locali e estinzione di alcune piante.